Parlare da anarchico della libertà di culto e di religione, può mettere in difficoltà, ponendo principi libertari ed esperienze storiche, in contrasto anche feroce, con quelle che sono o possono essere le conseguenze derivanti dalla presenza, in una società, di una o più visioni religiose.
L’anarchismo conserva in se, poche linee guida, fondamentali per chi si riconosce nell’anarchismo, punti fermi ed essenziali che mai si riducono e solidificano però, in dogmi o leggi assolute.
Non è raro, infatti, che anarchici della stessa regione e dello stesso gruppo politico, su specifici argomenti si trovino discordanti e su piani letteralmente diversi.
Con questa premessa sottolineo il carattere prettamente individuale di questo mio ragionamento, poiché sono consapevole dell’enorme complessità del discorso.
Ma veniamo al punto.
In questi giorni si sta dibattendo sull’ennesima proposta leghista, volta a “contrastare” la “proliferazione” di luoghi di culto ( dai capannoni alle moschee ) islamici, nel territorio italiano.
Sul portale della lega ( http://www.leganord.org/default.asp )leggiamo:
Terrorismo, subito moratoria sulle moschee
“Chiediamo una moratoria a tempo indeterminato sulla costruzione di nuove moschee e presunti centri culturali finché il Parlamento non approverà una legge che regolamenti l’edificazione di luoghi di culto che non abbiano sottoscritto intese con lo Stato. Presenteremo una mozione parlamentare in tal senso. Esiste già una nostra proposta di legge per la regolamentazione della costruzione di questi luoghi di culto di cui abbiamo chiesto la calendarizzazione in aula”. Lo ha dichiarato il Presidente dei deputati della Lega Nord, on. Roberto Cota, all’indomani dell’arresto dei due marocchini, per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale, che frequentavano il centro culturale islamico di Macherio.
(03/12/2008)
La risposta ambigua della “santa sede” non si è fatta attendere :
Link – http://wwwext.ansa.it/site/notizie/awnplus/news_collection/awnplus_altrenotizie/visualizza_new.html_822546124.html –
2008-12-05 08:53 VATICANO: SI’ A MOSCHEE, PERO’ STATO CONTROLLI CITTA’ DEL VATICANO –
Il Vaticano è favorevole alla costruzione di nuove moschee in Italia, purché ci sia un controllo dello Stato sulle effettive finalità religiose, e non si trasformino in luoghi per altri fini. Lo ha affermato, a proposito della richiesta della Lega di bloccare l’edificazione di nuovi centri di culto musulmani, mons. Gianfranco Ravasi, presidente del pontificio consiglio della Cultura della Santa Sede.”Il luogo di culto in quanto tale e’ sempre sorgente di comunione e di dialogo” ma ”il problema” nasce – ha detto Ravasi – quando ”il luogo di culto assume tipologie che sono eterogenee alla propria identita’: in questo caso la convivenza sociale e lo stato in particolare esigono una verifica, un controllo”.
Mettendo da parte costituzione italiana e dichiarazione universale dei diritti umani, il principio secondo cui ogni essere umano deve poter essere lasciato libero di credere in una qualsiasi religione piuttosto che in nessuna, è probabilmente un’idea acquisita da tutti.
Infondo imporre un credo nazionale come d’altra parte un ateismo di stato, non può che rivelarsi un’azione fallimentare, dato che la fede o la non fede sono espressioni e percezioni dell’essere che non possono essere introdotte nelle menti con la forza.
Tuttavia la storia insegna come il plagio, l’educazione familiare che comincia dalla nascita, il bisogno ( vedi le tribù indigene convertite dai coloni perché affamate … dagli stessi coloni ) possono riuscire in maniera sotterranea, proprio là dove la forza e l’imposizione sfacciata non riescono.
La società italiana crede quindi nella libertà religiosa, eppure allo stesso tempo, una parte di essa rifiuta l’islam, si oppone alla costruzione di moschee in territorio italiano, teme per la propria identità culturale e ponendosi sulla difensiva, in maniera più o meno violenta esprime con parole o azioni, un senso di rifiuto totale nei confronti di tutto ciò che non appartenga alla visione cristiana della chiesa cattolica.
Forse nel nostro territorio, non esiste aggregato umano, città o paese, borgo o frazione, in cui non ci sia almeno una chiesa.
Forse alcuni paesini potrebbero non avere una farmacia, una scuola elementare o un asilo nido,di sicuro però avranno una chiesa, un prete ed un santo protettore.
Qualcuno potrebbe asserire che questa norma dipende dalle nostre radici cristiane e dalla nostra identità cattolica.
Di certo questo qualcuno farebbe iniziare la storia della nostra penisola ai primi secoli dopo cristo, considerando il “prima”, come un vuoto assoluto, nel quale non siano mai esistiti culti politeisti, o tradizioni greche,celtiche, arabe, egizie, etc.
La proposta della lega a mio avviso, si pone al centro tra diverse questioni che nell’insieme, vengono a formare un problema generale che io interpreto come la
contraddizione patriottico-cattolica italiana.
Il patriottismo deve per necessità, poggiare le proprie radici su basi solide ed immutabili :
i confini territoriali ;
la religione di stato ;
le tradizioni comuni ;
la lingua unica ;
etc.
In questa nostra epoca moderna, però, gli uomini e le donne di molti paesi, dopo lotte e guerre civili, hanno maturato una certa coscienza e sensibilità nei confronti di temi come l’uguaglianza, la libertà, l’indipendenza individuale …
La democrazia è uno di quegli strumenti moderni che in qualche modo, riesce a mantenere in piedi un sistema di potere fortemente repressivo ed autoritario, centralista ed assolutista, assieme all’esigenza del popolo di un riconoscimento formale ( se pure non sostanziale ) dei diritti qui sopra citati.
Ma il patriottismo, essendo un concetto poco incline al mutamento ed all’evoluzione, poco si accosta alla dimensione temporale che in misura davvero importante influisce sulla nostra esistenza umana e terrena.
La storia ci insegna, per quanto ne vogliano i creazionisti, che nulla è stato creato dal nulla, e che andando indietro o in avanti nel tempo, la possibilità di trovarsi davanti una società sempre uguale a se stessa, è pressoché pari a zero.
E’ qui che la contraddizione prende luogo:
Un presente perenne costruito a sostegno di un patriottismo colonna dello stato, in bilico sulla punta della lancetta del tempo.
Ma cosa centra la chiesa cattolica con il patriottismo?
La chiesa, in Italia, assolve a molte funzioni.
Tra queste in particolare, asserve agli interessi politici che trasversalmente in tutti i partiti , vogliono la conservazione dei privilegi ,conquistati con il sangue (nostro), dei funzionari dello stato, del clero, dell’imprenditoria e dell’alta finanza di questo paese.
Il patriottismo e la fede generano stabilità interna e questo comporta una più facile gestione delle vite della gente da parte del governo o del papato di turno.
E’ ovvio che per mantenere saldi i propri privilegi, la chiesa non possa permettersi il lusso di dividere il proprio potere con altre realtà religiose, come lo stato non possa lasciare spazio a nazioni concorrenti
L’immigrazione porta con se, non soltanto braccia e manodopera, ma anche cultura e religione, pensiero e sentimento.
La chiesa e lo stato si alternano in un balletto ipocrita e subdolo, nel quale a turno si mostrano lupi o pastori, innalzando il valore della libertà o al contrario ponendola al di sotto di ogni più stupido interesse “nazionale”.
Per questo alla richiesta di una moratoria sulle moschee da parte della lega, è seguita una dichiarazione a favore della libertà di culto da parte della chiesa.
Mi viene in mente quel crocifissino appeso ovunque negli uffici pubblici e “laici” dello stato, nelle classi della scuola “pubblica”, che tanto mi sembra un monito piu che un simbolo di pace.
Credo fortemente che nelle istituzioni religiose, nella loro gerarchia, nel loro assolutismo, nella loro legge e morale crudele, nel loro giudizio divino, ci sia nulla o quasi nulla di buono e che se un giorno scomparissero sarebbe un bene per l’umanità.
Allo stesso tempo mi sento di affermare che lottare contro le istituzioni non deve necessariamente essere inteso come lottare contro il senso di spiritualità dei singoli.
Il pensiero libero è la base su cui costruire le nuove società.
Quando questo pensiero non prende forma in sistemi di potere e rimane idea del singolo, la libertà di esistere di questa idea deve essere preservata.
Quando un cattolico offende un mussulmano, o un mussulmano aggredisce un indù, questo accade non a causa della loro libertà di pensiero e di credo, ma per colpa di una società che nella sua globalità generà violenza, perchè è stata costruita sulla violenza, perche come progetto di continuità non vede altro che violenza.
Joe F.